étranger

Partendo da due tematiche classiche dell’esistenzialismo di Camus, l’assurdità della vita e l’indifferenza del mondo, l’étranger vuole sviluppare una ricerca artistica che abbia come concetto cardine il territorio.

La storia insegna come l’individuo, nella motilità, sia portato a riproporre e a costruire metaforicamente l’ambiente nel quale è nato e cresciuto, quel luogo che permette condizioni vivibili di esistenza.

È quindi fondamentale che egli abbia solide basi da riproporre in circostanze che non gli appartengono, cercando di creare condizioni endosferiche affini a quelle del viaggiatore.

Il globo è sicuramente sempre meno alla portata dell’uomo, che spesso si sente straniero nel luogo in cui vive, talvolta straniero a sé stesso.

Lo spazio di coesistenza, in tal caso un ex studio medico, è un contenitore attraverso il quale l’artista pensa il suo essere nel mondo, alla ricerca di protezione dai pericoli esterni.

I partecipanti hanno organizzato con spirito comune un ciclo di eventi artistici con lo scopo di creare luoghi simbolici, citando Peter Sloterdijk, sfere, globi, che fruiscano di una seconda atmosfera in uno spazio nuovo da abitare.

Il ciclo di mostre si è tenuto da febbraio a giugno 2016 per un totale di 11 artisti che hanno lavorato separatamente o in coppia. Il tema è il territorio inteso come contesto ambientale, naturale e anche politico, l’habitat sociale o più semplicemente spirituale.

Ogni mostra è stata visitabile per sette giorni.